Recensioni
“Valentina Misirocchi presenta in questa esposizione 11 opere di recente produzione in cui affronta un tema linguistico ad alto significato simbolico, con riferimenti e citazioni a tutta quella tematica espressionista che così particolarmente ha rappresentato una realtà (di eventi, passioni, movimenti) trasfigurata e reinventata.
Ma da qui Valentina libera la sua capacità interpretativa e affronta di petto un linguaggio ardito e coraggioso con gli strumenti propri della pittura. Energico tocco della pennellata, forti contrasti cromatici, diversi piani spaziali di rappresentazione sono tutti elementi costitutivi dell’artista che, in un certo senso, ci ricorda che la realtà è pura fantasia e messaggio dell’io interiore.”
“Negli ultimi lavori di Valentina Misirocchi si avverte una forza insospettata, un cromatismo che trattiene la luce e si lascia portare dal vento.
Nei suoi olii le pennellate si inseguono improvvisando una danza su musiche originali di un artista che scopre la Libertà. Dall’arancio al giallo luminoso fino a un bianco puro che si avvolge e si disperde in un vortice verso un mondo dove si entra di rado.
I soggetti che Valentina dipinge sono un pretesto per reinventare il vero, per fermare l’attimo di una luce che cambia e insieme per evocare una qualche sua poesia
A chi guarda resta la sensazione di saper scivolare fra i colori e trattenere sulla pelle una nuova intima forza, la stessa che ci regala una consapevole speranza a poter costruire un ponte fra l’io e l’arte”
Marinella Letico
“Con profonda vena simbolista la poetica di Valentina Misirocchi giunge a soluzioni immediate attraverso una frammentazione cromatica alla quale si accede attraverso un incessante movimento della realtà.
Una pittura rivisitata in chiave espressionistica che con un linguaggio decisamente nuovo suggerisce allo spettatore una sensazione emotiva in espansione.
Tornado, un dipinto frutto di un’alchimia di movimento e luce, una sequenza ininterrotta di forze, un vortice di colore che si innalza con violenza creando suggestioni tumultuose e pulsanti.
Angela, la figura diviene spunto di una felice sintesi di ricerche dinamiche che l’autrice nella complessa organizzazione di pennellate corpose ed istintuali dirotta ad un tessuto di matrice antinaturalistica.
Tramonto di fiamma, in quest’opera gli stati d’animo di Valentina Misirocchi diventano tutt’uno con i particolari effetti di luce resi attraverso una fluidità iridescente dove si legge con chiarezza il processo di compenetrazione tra forma e spazio.
Nell’osservare i dipinti dell’artista saltano evidenti le parole d’ordine impresse nel suo “io”: simultaneità e dinamicità, strettissimo rapporto tra ciò che si ricorda e ciò che si vede. La pittrice non abbandona del tutto l’intento naturalistico suggerendone un’interpretazione emotiva di stati d’animo che diventano la sintesi dell’emozione pittorica.
Un cromatismo violento dove accesi contrasti di colore sembrano seguire l’andamento di linee ascendenti, nel dipinto Angela, la figura femminile comunica una lacerante esperienza di dolore. Linee fitte, corte, oblique dove sagome o scorci paesaggistici sembrano appartenere ad una memoria che fugge velocemente dinanzi agli occhi dell’artista, la quale predilige come supporto dei suoi lavori la tela di juta o di cotone, basi dalla trama robusta, con nodi irregolari e sporgenti scelti volutamente per raggiungere, felicemente, particolari effetti di rilievo e pastosità gestuale.
La scelta della tavolozza è intonata sulla dominante dei gialli, dal giallo Napoli al giallo ocra, dei rossi e dell’arancio. Visioni che realizzano l’unità superiore della materia come principio fondatore dell’armonia universale.”
“Basta ammirare un quadro della pittrice Valentina Misirocchi per trovarci immersi in un’altra dimensione, in un’altra realtà dove regna sovrano lo spirito.
L’artista, infatti, parte dalla tangibilità dei suoi personaggi, dalla contingenza, dalla materialità del loro corpo, ma la supera e la oltrepassa, per rivelarne la vera essenza e il significato più profondo. Ogni quadro, ha come spunto il mondo materiale che poi si dissolve con pennellate calde e vibranti, stese seguendo il proprio estro creativo, per descrivere una nuova dimensione spirituale ed essenziale. Bisogna soffermarsi davanti alle opere della nostra artista e osservarle con attenzione, affinché la sensibilità dell’osservatore possa coglierne l’intima essenza e significato. Ci troveremo così in un altro mondo fatto di sogni e realtà, ove i primi penetrano nell’altra in una mirabile fusione di concretezza e spiritualità.
Tratto dalla Rivista Effetto Arte n.1 – Gennaio-Febbraio 2015 – diretta da Paolo Levi, EA Editore – Palermo”
L’alternanza delle cromie nella rivelazione della sensibilità pittorica
“Astrazione complessa ed elaborata quella di Valentina Misirocchi che, pur definendo le sue opere con i titoli, appartiene al genere informale per elezione e scelte compositive.
Il richiamo dell’ispirazione è il sugello a scelte cromatiche di indubbia potenza espressiva in uno stile compositivo armonico in cui si evince una tendenza più concettuale che decorativa.
L’artista si cimenta in un’alternanza di cromie che scava al fondo di una notevole sensibilità pittorica, regala effetti di luce e ombre con magistrale sapienza compositiva, si pone con classe ed eleganza nel genere astratto.
Informale con il piglio e l’estro di chi ha concepito l’arte come sublime espressione di affabulatorie rivelazioni.”
Prof. Claudio Lepri
Testo critico dal catalogo della mostra collettiva “Arte a Palazzo – L’espressione del mondo a Bologna ”, a cura dello staff della Galleria Farini di Bologna nelle persone di Grazia Galdenzi, Roberto Dudine e Azzurra Immediato – Gennaio 2016
“Nei miei lavori utilizzo il colore come mezzo per accentuare emozione ed espressività, prediligo l’uso del colore ad olio, in quanto più materico, prevalentemente allo stato puro, perché mi permette di dare corposità alla pennellata che può così imprimere uno strato in rilievo sulla trama della tela generalmente di grana medio-grossa o di juta, in modo da intrappolare la luce”.
Angela: il dipinto presentato da Valentina Misirocchi in Galleria Farini Concept, in occasione della collettiva Arte a Palazzo – L’espressione del mondo a Bologna, offre un compendio di tutta l’evoluzione che l’artista sta portando avanti in questi anni. Nelle sue parole, citate all’inizio di questo scritto, la pittrice ben esplicita il suo programma e la sua espressione artistica, derivante da differenti lezioni, impartite da maestri romani, come Marinella Letico e Ugo Bevilacqua da cui l’artista aveva studiato figura, acquerello e approfondito lo spirito dell’Espressionismo di natura germanica. La sua pittura, infatti, è pregna di una vitale resa figurativa, che attraverso il ricorso abbondante ad uno svariato simbolismo, cerca, riuscendoci, di elevare l’essenza dell’universo che rappresenta e che, mediante l’energia e la potenza del colore si sostanzia. Proprio nel colore , nell’emozione, matericità , l’uso di grossa tela di juta e studio di luce è racchiusa la vera cifra stilistica e di indagine artistica dell’artista capitolina. Osserviamo il dipinto Angela per ritrovare pennellata dopo pennellata questi tratti caratteristici.
Colore: la palette cromatica di questo dipinto spazia, senza limiti, dalla profondità del blu al chiarore luminoso del giallo, che potenziano la valenza espressionista, rinnovando istanze che, dal profondo affiorano. Il colore, che la Misirocchi utilizza alla maniera avanguardista per dare forma alla narrazione, permette all’intera scena dii essere individuabile attraverso la composizione cromatica, che gioca, come un tourbillon, avvolgendosi su se stesso, in tocchi rapidi, divisionisti atti a creare un trait d’union tra le parti che è, principalmente concettuale.
Emozione: è il soggetto cardinale di Angela, in cui la figura è la traduzione di indagini fondate sul dinamismo delle forme ma, soprattutto, dall’affioramento in superficie di sentimenti profondi, come il dolore, la malinconia e contrastanti corto circuiti di matrice emotiva. L’animo femminile è scandagliato e reso, drammaticamente, in una raffigurazione che volge le spalle all’osservatore, come se qualcosa tenesse ancora al fondo una salvifica catarsi.
Matericità e tela di juta: la pastosità del pigmento sfida la trama grossa della juta, per una scelta voluta, che dia sostanza alle emozioni che da un substrato inconscio salgono fino a trovare posto alle pennellate che copiosamente cercano una nuova dimensione, come una spinta che dall’atto epifanico vorrebbe tradurre in realtà l’umano sentire .In tal modo, l’appiglio della juta si definisce come medium che lo spazio reale sfiora, lo abita, permettendo all’emozione di uscire dal dipinto e trovare la strada della realtà, in cui, forse, ci sarà una salvezza.
Luce: elemento che gioca con l’interpolazione e la compenetrazione del colore, fino a creare giochi di straordinaria suggestione, tanto visiva quanto sinestetica. La luce che invade lo spazio scenico pittorico, si mostra quale elemento in grado di svelare ciò che più è ancora intrappolato e celato nel buio dell’abisso psichico.
Un dipinto come Angela non è facilmente spiegabile, per un motivo, paradossalmente semplice: parla con il linguaggio dell’anima e con esso, a nostra volta, dobbiamo leggerlo e interpretarlo, in modo intimista.
Galleria Farini Concept
Testo critico dal catalogo della mostra concorso “Arte a Palazzo” – Premio Internazionale di Pittura, Scultura e Fotografia – The First International Prize – a cura dello staff della Galleria Farini di Bologna nelle persone di Grazia Galdenzi, Roberto Dudine e Azzurra Immediato – Marzo 2016
L’artista romana Valentina Misirocchi torna a Bologna alla mostra concorso della Galleria Farini Concept, Arte a Palazzo – Premio Internazionale di Pittura, Scultura e Fotografia. E con lei torna la “sua” Angela, il dipinto che tanto aveva affascinato il pubblico della scorsa esposizione del progetto Arte a Palazzo.
Avevo in quella occasione, con piacere inserito nel mio testo delle parole della pittrice che, credo fermamente, siano un quid inestimabile per la comprensione e la giusta interpretazione di un’opera. E, successivamente, la conoscenza personale dell’artista è stata un collante tra le mie idee e la sua poetica. Da allora a oggi ho imparato che un alias scelto dalla Misirocchi é Fantasia Colorata, e ciò trova un perfetto contraltare nel suo modus dipingendi , foriero di tutta la forza e l’energia che il colore sa esprimere.
Nelle sue dichiarazioni, infatti, la pittrice afferma che il colore è il trait d’union della sua carriera, quello che, grazie alle sue caratteristiche in purezza, è in grado di far affiorare sulla tela le emozioni più sibilline e profonde. La sinergia tra cromia, luce, matericità del pigmento e della juta a trama larga che la Misirocchi predilige, concorre a dar vita e respiro all’emozione, che è il punctum della ricerca artistica della pittrice. Un’evoluzione, la sua, che pur avendo radicato differenti insegnamenti e stilemi, ha trovato nei dettami espressionisti il linguaggio più adatto a dar voce alla propria sensibilità.
Una sensibilità che, invero, pare trovare traduzione semiotica nei tocchi del pennello che danno forma alle figure della Misirocchi la quale, attraverso una “fantasia colorata” accende la realtà. Alla maniera espressionista, gli stati d’animo si declinano a seconda delle mutazioni cromatiche, che fisicamente, cambiano al variare della luce, della densità del pigmento, della grana della juta. Energia, pathos, lirismo cosmico che si delinea alla maniera della pittura divisionista, in cui la visione acquista omogeneità solo tramite l’unione della visione retinica. Tutto si gioca sulle impressioni, sulle percezioni, come accade nella vita vera.
Puzzle di momenti esperiti, immaginati, desiderati, offrono i confini entro cui inquadrare un sentimento, un modo di essere, di percepire l’alterità tra noi e il resto del mondo. Alla medesima maniera, i tocchi di colore della Misirocchi paiono scomporre il reale per ricomporlo secondo istanze dalla valenza onirica, quasi subconscia, che reca in sé un velato simbolismo. Ad oggi non sappiamo chi sia Angela, la protagonista del dipinto, che non è caratterizzata, anzi, è addirittura raffigurata di spalle, senza che si crei un vero momento direttamente dialogico tra lei e l’osservatore ma proprio da ciò si apre un varco empatico con chi osserva l’opera. Quella donna può essere una delle fruitrici, oppure la protagonista di una narrazione pienamente comprensibile, da un punto di vista interiore e condivisibile. Poco importa se l’artista non ha reso l’immagine in maniera realista, tale da imitare l’aspetto naturalistico della donna. Ciò che traspare è ben più profondo di un volto, di uno sguardo è l’anima di Angela – e dell’universo femminile che Valentina Misirocchi indaga – ad affiorare. Colore, varietà, luci ed ombre, tocchi fulgidi e in rapido spostamento, sostanziano una tensione emotiva, che ha forma inafferrabile e variabile.
L’anima dell’opera è l’anima dell’artista e di tutte le donne, mentre alcuni particolari mostrano le prospettive di un salvifico stravolgimento. Alla melanconia che intride la trama della juta, giunge in aiuto il pennello che, spostando in svariate direzioni le dinamiche intrinseche, suggestivamente mostra le infinite possibilità che il sentimento offre.
Galleria Farini Concept